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Scelti i titoli finalisti

Si è riunita sabato 7 maggio la Giuria del Premio Letteratura d’Impresa, presieduta da Antonio Calabrò, che ha selezionato i titoli che accederanno alla fase finale della selezione.

La giuria era composta da diverse personalità del mondo dell’impresa, del giornalismo e dell’università. In particolare sono intervenuti: Marco Bettiol, Università di Padova, Giuseppe Lupo, scrittore, Giuditta Marvelli, giornalista Corriere della SeraIvana Pais, Università Cattolica, Milano, Marina Puricelli, Università Bocconi, Milano, Francesco Timpano, Università Cattolica, Piacenza, Luca Vignaga, amministratore delegato Marzotto Lab, Federico Visentin, presidente Mevis e Fondazione Cuoa.

Ha introdotto la riunione il presidente della Giuria Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda e presidente dei Musei d’impresa.

Al termine della selezione, partita da venti titoli a loro volta selezionati tra le oltre cinquanta candidature iniziali, sono stati selezionati per la fase finale i seguenti titoli:

  • Partecipare all’impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini, di Fulvia D’Aloisio, edito da Franco Angeli
  • Nina sull’argine, di Veronica Galletta, edito da Minimum Fax
  • L’ album dei sogni, di Luigi Garlando, edito da Mondadori
  • Cosa vuoi di più dalla vita? Amaro Lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno, di Francesco Vena ed Emiliano Maria Cappuccitti, edito da Rubbettino

“Il senso del Premio Letteratura d’Impresa è quello di valorizzare quelle opere che raccontano, in modo originale e innovativo, quello che fare impresa significa e significherà per lo sviluppo equilibrato del Paese – ha commentato il presidente della Giuria Antonio Calabrò – Il Premio costituisce un’occasione per diffondere una cultura d’impresa positiva sul nostro territorio”.

Il Premio Letteratura d’Impresa è entrato nella fase finale: le opere sono state esaminate dalla Giuria dei Lettori, composta da imprenditori, docenti, rappresentanti delle associazioni di categoria e giovani laureandi.

I libri sono stati presentati durante un tour promozionale: il 24 giugno in occasione di Salerno Letteratura e a seguire, a settembre, in occasione di Pordenonelegge.

La Giuria sarà chiamata a votare il titolo vincitore entro il mese di novembre nell’ambito del Festival Città Impresa 2022 a Bergamo, durante il quale si terrà la cerimonia di premiazione, in programma sabato 19 novembre alle ore 15.

I titoli finalisti: autori e opere

Partecipare all’impresa globale

di Fulvia D’Aloisio (Franco Angeli)

Il volume colloca sotto la lente antropologica il famoso brand italiano di auto supersportive di lusso, Automobili Lamborghini, fondato da Ferruccio nel 1963. L’azienda è divenuta proprietà del Gruppo Volkswagen sotto la holding Audi nel 1998 e ha conosciuto una grande crescita. Grazie a un accordo di ricerca triennale con Lamborghini, il progetto ha messo a fuoco taluni aspetti della strategia complessiva dell’azienda e dei suoi lavoratori. D’Aloisio consente anche di leggere il ruolo che il sito di Sant’Agata Bolognese ha assunto all’interno del network di produzione globale del colosso dell’auto. Lo studio etnografico svolto in azienda, il dialogo intessuto con lavoratori, sindacalisti e manager hanno concorso a realizzare, nel loro insieme, un percorso di ricerca peculiare, autonomo ma interagito con l’azienda, che si inserisce nel quadro dell’antropologia dell’impresa e del lavoro globalizzato.

Nina sull’argine

di Veronica Galletta (Minimum Fax)

Caterina è al suo primo incarico importante: ingegnere responsabile dei lavori per la costruzione dell’argine di Spina, piccolo insediamento dell’alta pianura padana. Giovane, in un ambiente di soli uomini, si confronta con difficoltà di ogni sorta: ostacoli tecnici, proteste degli ambientalisti, responsabilità per la sicurezza degli operai. Giorno dopo giorno, tutto diventa cantiere: la sua vita sentimentale, il rapporto con la Sicilia terra d’origine, il suo ruolo all’interno dell’ufficio. A volte si sente svanire nella nebbia, come se anche il tempo diventasse scivoloso e non si potesse opporre nulla alla forza del fiume in piena. Alla ricerca di un posto dove stare, la prima ad avere bisogno di un argine è lei stessa. È tentata di abbandonare, dorme poco e male. Ma, piano piano, l’anonima umanità che la circonda – geometri, assessori, gruisti, vedove di operai – acquista un volto. Così l’argine viene realizzato, in un movimento continuo di stagioni e paesaggi, fino al giorno del collaudo, quando Caterina, dopo una notte in cui fa i conti con tutti i suoi fantasmi, si congeda da quel mondo.

L’album dei sogni 

di Luigi Garlando (Mondadori)

Verso la fine della Seconda guerra mondiale, Olga, vedova di Antonio Panini, decide, insieme ai suoi otto figli, di acquistare l’edicola di corso Duomo, nel centro di Modena. C’è un “prima” che racconta la storia di Antonio Panini, scampato miracolosamente alla Grande Guerra, combattuta in trincea; del suo amore infinito per Olga, e di come nel durissimo momento tra le due guerre i due abbiano costruito una famiglia tanto numerosa quanto movimentata. Il “dopo” è una storia che poteva avvenire solo nell’Italia che rinasce dopo la guerra, e nell’Emilia Romagna del boom economico, della Ferrari e della Maserati e delle prime lotte operaie, delle donne “di zigomo forte” e del calcio che diventa fenomeno popolare, e che poteva avere come protagonista solo una famiglia come quella dei Panini. Dal più vecchio, Giuseppe, al “piccolo” Franco Cosimo, in quegli anni crescono, imparano, si innamorano, fanno figli, si ammalano, guariscono, e soprattutto lavorano, e l’edicola di corso Duomo si ingrandisce, fino a quando non arriva “l’idea” che cambierà tutto, le figurine che hanno fatto sognare milioni di italiani.

Cosa vuoi di più dalla vita

di Francesco Vena, edito da Rubbettino

Questo libro racconta una storia, tessendone la trama attraverso una serie di altre storie, piccole e grandi. Storie di una Lucania di fine Ottocento, di un popolo e di un’invenzione, tramandata anch’essa tra generazioni di “amarocentrici”. Un viaggio tra antiche tradizioni e tecnologie moderne, che è anche la storia di un bicchiere mezzo pieno in un Paese che non resterà mai vuoto. E oggi, cosa vogliamo di più dalla vita? In epoca di pandemia, anche isolati come api nelle proprie celle, abbiamo l’opportunità, se vogliamo, di ricostruire, mattone dopo mattone, un futuro all’altezza di reggere le conseguenze di quanto ci è piovuto addosso. Partendo dalla nostra mentalità, e dal lavoro. Allora, questo libro è un contributo per ripensare l’Italia, facendone non solo il Paese più bello del mondo, ma anche il più forte.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:

Segreteria Premio Letteratura d’Impresa
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T. 0490991248