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Event Category: Lunedì dell'Economia

Il saldatore del Vajont (Marsilio)

27/02/2024 10:15

IL LIBRO. Il saldatore del Vajont ci accompagna al di qua e al di là di uno dei “prima e dopo” della storia d’Italia, narrando l’epica della costruzione, l’idea di un’Italia all’avanguardia nelle opere pubbliche e nella potenza industriale, e infine il disastro, le morti, la distruzione irrimediabile, e ciò che resta, oggi.

Sono sessanta gli anni che ci separano dal 9 ottobre 1963, la notte del disastro della diga del Vajont. Erano le 22.39 quando milioni di metri cubi di roccia e terra precipitarono in pochi istanti nell’acqua, e l’onda immensa si alzò nel cielo e annientò in pochi minuti migliaia di vite, paesi interi, storie e tradizioni secolari. Sessant’anni è anche la vita di un uomo al quale sono accadute tante cose: i giochi da ragazzino al torrente, le gite scolastiche, i libri d’avventura letti, e poi l’amore, i figli, gli amici, tutto questo dentro quarant’anni di fabbrica di cui molti vissuti nella zona industriale di Longarone, all’ombra della diga, uno scudo chiaro che però è una lapide, ancora piantata lì, in mezzo alle montagne. “Il saldatore del Vajont” racconta questo tempo, attraverso l’esperienza di una visita guidata all’impianto idroelettrico – la centrale nella grotta di Soverzene, le gallerie, il corpo della diga, il coronamento, la frana del Monte Toc –, un viaggio che fa riemergere nel protagonista i ricordi della sua giovinezza contadina, memorie di famiglia e di paese, confidenze di colleghi che al Vajont hanno avuto vittime, accanto a immagini nitide e corporee della vita di cantiere e di capannone, dove la materia viene rimodellata: il calcestruzzo, la malta, la saldatura, e ancora attrezzi, ponteggi, tecniche, un fare concreto, faticoso e moderno, che ha soppiantato il lavoro millenario, massacrante, di uomini e donne sui prati ripidi, con le bestie, nelle valli alpine e sulle montagne. Scorrendo le pagine, man mano che i fili e i nodi della memoria vengono rinsaldati, si comprende che le costruzioni umane sono simboli tragici. Tutta la perizia, i calcoli, il metallo, la sabbia, i sacchi di cemento accatastati e trasportati verso i cantieri, le migliaia di ore di lavoro di operai e artigiani abili, tutto quell’entusiasmo di partecipare a un’impresa: tutto è finito in pochi minuti. “Il saldatore del Vajont” ci accompagna al di qua e al di là di uno dei “prima e dopo” della storia d’Italia, narrando l’epica della costruzione, l’idea di un’Italia all’avanguardia nelle opere pubbliche e nella potenza industriale, e infine il disastro, le morti, la distruzione irrimediabile, e ciò che resta, oggi.

La Cina al centro. Ideologia imperiale e disordine mondiale (Il Mulino)

11/03/2024 10:22

IL LIBRO. Un’ideologia imperiale durata 2000 anni, un leader autoritario – Xi Jinping – che la ripropone per spostare il baricentro della leadership mondiale da Washington a Pechino e sovvertire l’attuale ordine globale. Ma il realizzarsi di queste ambizioni richiede qualcosa che la Cina di oggi non è in grado di esprimere: quella forza di attrazione che solo una cultura fondata sulla libertà di pensiero e di espressione può avere. Cina contro Occidente, autocrazie contro democrazie? Quali sono le ragioni storiche e culturali alla base del modello di potere cinese, ritenuto da Xi Jinping superiore a quello delle democrazie liberali? Impossibile rispondere senza legare l’attualità alla storia imperiale. Il progetto di Xi è infatti quello di porre la Cina al centro, com’era nella concezione cinese prima dell’arrivo delle potenze occidentali, e di tornare a occupare la scena del mondo, da protagonista. Lo scontro non è solo economico e politico, ma anche culturale e valoriale: a essere messi in discussione sono infatti gli stessi principi liberali, fondamento delle democrazie di un Occidente oggi sempre più in preda a una forte crisi identitaria. Contrapponendo un nuovo assetto internazionale a quello creato dai vincitori della Seconda guerra mondiale, la Cina di Xi si avvicina adesso alla Russia di Putin. Ci troviamo di fronte a un nuovo tornante della storia? Riuscirà il mondo a evitare un nuovo conflitto mondiale?

Legami preziosi. L’avventura umana e imprenditoriale di Legor (Manuzio)

27/02/2024 10:35

IL LIBRO. Se tutte le storie sono storie d’amore, le storie imprenditoriali sono storie di desiderio. In principio, Gianni Poliero desidera soltanto aiutare un amico. Alla tenera età di 42 anni, lascia la professione di insegnante e si lancia anima e corpo in un’avventura imprenditoriale. Massimo Poliero, grazie a un’inesauribile vena innovativa, dà continuità al progetto paterno portando quell’artigianato a un livello industriale con la sua abilità nell’anticipare i tempi.Carmen è da sempre al suo fianco; il fratello è l’ariete di sfondamento, lei la custode del focolare aziendale, la donna d’ordine che assicura la stabilità interna. Alessandra è stata la presenza coesiva, la colonna stabilizzante dei Poliero, e i più giovani fratelli Francesca, Antonio e Pietro hanno presidiato l’area aziendale in cui avrebbero dato un contributo qualificante. La storia di Legor – azienda specializzata nella trasformazione di metalli in leghe, polveri e soluzioni galvaniche di eccellenza a servizio dell’oreficeria e della moda – diventa qui un romanzo corale, storia famigliare ma soprattutto intreccio di vite. Legami, ovviamente, preziosi.

Le regole che nessuno ti insegna. Storie di un mese di vita lavorativa tra fame di rivalsa, ricerca di sé stessi e strategie lavorative (FrancoAngeli)

01/03/2024 15:03

IL LIBRO. La storia di Alberto Destri, raccontata in questo romanzo, è una storia di vita quotidiana sul campo, un bollettino di guerra, talvolta. Una storia come tante, certo, ma che aiuterà a svelare l’implicito che solitamente tutti sanno ma nessuno dice, e da cui appuntarsi lezioni non scritte. Tutti coloro che hanno un lavoro desiderano cambiarlo. Migliorarlo. Guadagnare più soldi. Avere più tempo per se stessi. Fare carriera. Viverlo meglio. Essere felici del lavoro che stanno facendo. Essere felici del proprio lavoro accade quando ci si sente utili e messi in gioco. Sentirsi nel posto giusto nel momento giusto. Avere un metodo, una strategia risulta importante per evitare che un altro collega si prenda il posto anche per il prossimo progetto e la soddisfazione che ne deriva; per evitare di venire sopraffatti dalla tecnologia che avanza a passi da gigante, dai cambiamenti aziendali e dalle crisi di qualsiasi tipo. Senza strategie siamo tessere di un mosaico schiacciate sullo sfondo del disegno, inermi, senza mai sapere cosa ci circonda! Prefazione di Sebastiano Zanolli e postfazione di Andrea Gaiardoni.

PUTISTAN. Come la Russia è diventata uno stato canaglia (Chiarelettere)

04/04/2024 11:51

IL LIBRO. La spietata analisi del potere in Russia nelle parole di un grande inviato di guerra e giornalista di Report. In nessun luogo come in Russia si avverte in maniera tanto forte e incisiva il peso della storia. Ma non si può comprendere fino in fondo quello che sta succedendo oggi in Ucraina e nel mondo se di quella storia non si sottolinea anche la deriva autoritaria che spesso in Russia ha avuto l’esercizio del potere: dal dispotismo più o meno illuminato degli zar alla rivoluzione bolscevica, dalle purghe di Stalin fino alle recenti velleità neo-imperialiste. Consapevole di questo passato, il reporter Giorgio Fornoni ha percorso i lunghi binari della Transiberiana per capire l’anima più vera di quel che è diventato, secondo la celebre definizione dell’attivista Aleksej Naval’nyi, il «Putinstan». Il risultato è un’inchiesta senza precedenti che attraversa gli orrori e le testimonianze dei gulag sovietici, le rovine di Grozny e i campi profughi della Cecenia, i depositi di armi chimiche delle città segrete sugli Urali, le mille vie del gas che alimentano il potere corrotto e miserabile degli oligarchi. Le speranze di una convivenza pacifica con l’Occidente, dopo decenni di Guerra fredda e di sostanziale stabilità, sono oggi definitivamente crollate, e in questo libro Giorgio Fornoni, ripercorrendo i luoghi di una semisconosciuta geografia della disperazione e del male assoluto, offre un’analisi lucidissima e dettagliata delle infinite e brutali contraddizioni che ancora attraversano la Russia.

Abolire il lavoro povero (Laterza)

27/02/2024 10:54

IL LIBRO. L’Italia è l’ottavo Paese più ricco del mondo, ma anche il Paese dove un lavoratore su quattro è povero e uno su tre vulnerabile, ovvero condannato alla povertà in caso di evento inaspettato (come una malattia o la nascita di un figlio). Dopo anni in cui la politica si è mostrata succube nei confronti dell’economia, ha mortificato i lavoratori e colpevolizzato i poveri, si è tornati a discutere di come riconciliare democrazia e mercato. Lo si è fatto varando il reddito di cittadinanza, per molti aspetti difettoso ma l’unica forma di incisiva redistribuzione della ricchezza adottata negli ultimi decenni. Lo si è fatto con la proposta di introdurre minimi salariali stabiliti per legge. Queste misure, smantellate o avversate dall’attuale maggioranza, sono peraltro minimali rispetto a quelle contemplate dal patto di cittadinanza previsto dalla Costituzione: quello per cui il lavoro è un diritto ma anche un dovere, che ha però come contropartita un salario dignitoso, un welfare esteso e la partecipazione dei lavoratori alla definizione dell’indirizzo politico generale. Il lavoro povero è, perciò, una contraddizione in termini: cambiare è possibile ma soprattutto necessario.