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Banca Imola 2020, in utile malgrado Covid, cedola 5 centesimi

Banca di Imola spa (gruppo La Cassa di Ravenna) ha chiuso l’esercizio 2020 positivamente, con un utile netto di 1 milione e 44 mila euro, dopo aver assolto ai contributi obbligatori e agli altri oneri riguardanti i salvataggi di banche concorrenti, disposti dalle competenti Autorità, per 1 milione 526 mila euro.

Il Consiglio di Amministrazione di Banca di Imola spa ha deliberato la proposta di distribuzione di un dividendo pari a 5 centesimi di euro per azione in contanti. La distribuzione del dividendo e’ sottoposta alla preventiva autorizzazione della Banca d’Italia. La raccolta diretta da clientela, in pronunciata crescita, si attesta a 1.474 milioni di euro (+14,8%) e la raccolta indiretta ammonta a 2.096 milioni di euro (-0,7%), di cui il risparmio gestito (comprensivo dei prodotti finanziario-assicurativi) ha raggiunto i 1.169 milioni di euro (+ 7,21%).

La raccolta complessiva da sola clientela ammonta a 3.570 milioni di euro (+ 5,1%), mentre si conferma il sostegno alle attività economiche di imprese e famiglie con impieghi che ammontano a 882 milioni di euro (-0,29%).

“Nonostante l’anno 2020 sia stato caratterizzato da una situazione economica generale difficile e complessa – rileva l’istituto di credito -, anche a causa della pandemia da Covid 19, i principali dati di movimentazione delle varie attività e servizi alla Clientela sono particolarmente positivi ed in crescita, a dimostrazione del grado di fiducia e della credibilità di cui gode Banca di Imola”. Sempre ingenti e prudenti le rettifiche sui crediti pari a 9 milioni 522 mila euro (-10,13%).

Kemet, confronto impresa-sindacati-Regione sullo stabilimento di Pontecchio

Oggi si è aperto un cantiere su un’idea di futuro per la Kemet, che dia garanzie sia dal punto di vista produttivo che occupazionale, contribuendo alla crescita economica dell’Appennino sulla quale, come Regione, stiamo investendo”. Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, al termine dell’incontro, richiesto dalle organizzazioni sindacali e dai rappresentanti dei lavoratori, per affrontare la vicenda della Kemet di Pontecchio (Sasso Marconi, Bologna).

Dopo le ipotesi di riorganizzazione dei giorni scorsi, relativi all’azienda dell’Appennino bolognese, con relativa riduzione del personale, l’assessore regionale Colla ha proposto l’avvio di un percorso che è stato condiviso sia dall’azienda che dalle organizzazioni sindacali.
Il percorso poggia su un confronto tra impresa e sindacati su livelli occupazionali che escludano scelte unilaterali e che si basino sul principio della volontarietà.
Confronto anche sul piano degli investimenti, sulle potenzialità del nuovo prodotto, in termini di sviluppo commerciale, volumi produttivi, nonché previsione dei tempi per il raggiungimento degli obiettivi industriali.
Infine, una verifica su possibili progetti di fattibilità innovativi e di ulteriori nuovi prodotti da sviluppare nello stabilimento di Pontecchio Marconi, vista la presenza di un centro di ricerche di grande importanza, a partire dai settori della mobilità.

L’azienda ha annunciato, a fronte di una difficoltà produttiva e di mercato dei prodotti tradizionali (condensatori) che escono dallo stabilimento, l’avvenuta assunzione di 30 ingegneri nel reparto Ricerca e Sviluppo, nonché la realizzazione di un prodotto innovativo (una nuova generazione di attuatori tattili) in collaborazione con Novasentis, su cui il gruppo ha investito, considerandolo strategico per le prospettive di mercato.

La Regione – ha aggiunto Colla – è disponibile ad affiancare da subito l’azienda nella definizione di un piano industriale, in accordo con le organizzazioni sindacali, per dare prospettive di sviluppo allo stabilimento e di stabilità ai lavoratori. Kemet è, infatti, un’azienda con una storia importante per un territorio fragile come quello in cui è insediata e da essa dipende il futuro di un numero rilevante di lavoratori e famiglie, che dobbiamo salvaguardare.

Al tavolo di salvaguardia, svoltosi oggi a Bologna in viale Aldo Moro, erano presenti, oltre la Regione, la Città Metropolitana di Bologna con il consigliere delegato Fausto Tinti, il sindaco di Sasso Marconi Roberto Parmeggiani, l’azienda, le organizzazioni sindacali e i rappresenti dei lavoratori.

Maxi-operazione anti ‘ndrangheta, coinvolta anche un’azienda di Ferrara

Da Sud a Nord, lo Stato assesta altri duri colpi alla ‘ndrangheta. Tre distinte operazioni coordinate dalle Direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria, Catanzaro e Roma hanno portato all’arresto in varie regioni di 78 persone – tra capi, gregari e alcuni professionisti che agivano da sostegno alle cosche – ed al sequestro di beni per un totale di 16 milioni di euro.

Filippo Barreca, boss della cosca operante nel quartiere di Pellaro e Bocale di Reggio Calabria, scarcerato per motivi di salute, era agli arresti domiciliari e da lì continuava a gestire gli affari del clan, curava i rapporti con gli imprenditori collusi e sfruttava anche – come ha spiegato il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri – le visite in ospedale per andare ad incontrare i capi delle altre cosche per discutere le dinamiche criminali che lo hanno visto protagonista.

Per ottenere il controllo del territorio, gli ‘ndranghetisti si rivolgevano a professionisti compiacenti che li aiutavano a fare di conto ed a trovare le migliori strategie legali per aggirare le leggi.
“La ‘ndrangheta che si evolve ha bisogno del mondo delle professioni, che a loro volta hanno abbassato di molto l’etica e la morale in nome del Dio denaro, e sono prone ai servigi all’imprenditoria mafiosa”, è stato l’amaro commento di Gratteri.

I Forastefano, colpiti dall’operazione “Kossa” condotta dalla Squadra mobile di Cosenza e dallo Sco con 17 arresti, dopo le operazioni del 2008, si erano rigenerati penetrando nel tessuto economico della Sibaritide, ed in particolare nel settore agroalimentare e in quello dei trasporti.

Tra le vittime anche un’azienda a livello europeo con sede a Ferrara che opera nel campo della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli. Il rappresentante legale delle attività avviate nella Sibaritide è risultato vittima di una lunga serie di vessazioni.
Soddisfazione per le nuove operazioni è stata espressa dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini: “nuovo, duro colpo alla ‘ndrangheta e confermano che lo Stato c’è” e dell’Interno Luciana Lamorgese secondo la quale le indagini “dimostrano l’impegno quotidiano dello Stato in territori difficili, finalizzato a contrastare i sodalizi criminali”.

Dalla Regione Bando per sostenere le aziende nella partecipazione all’Expo Universale di Dubai

Un bando regionale per sostenere le aziende dell’Emilia-Romagna che intendano partecipare all’Expo Universale 2020 di Dubai, evento simbolo a livello internazionale della ripartenza dopo la pandemia, che catalizzerà l’attenzione degli operatori economici di tutto il mondo. Una vetrina in cui i Paesi partecipanti mostreranno il meglio delle proprie idee, progetti, modelli esemplari e innovativi.

Col tema “Connecting Minds, Creating the Future”, l’evento è in programma negli Emirati Arabi dal 1 ottobre 2021 al 30 marzo 2022, e il Governo italiano ha già aderito. Anche l’Emilia-Romagna sarà presente nel Padiglione Italia, all’interno del quale organizzerà iniziative istituzionali, culturali e scientifiche. La Regione promuoverà altre iniziative sia nel perimetro di Expo Dubai sia al suo esterno, attraverso qualificati soggetti regionali che organizzeranno eventi culturali e scientifici, incontri fra imprese, degustazioni, mostre.

Per presentare l’iniziativa e le opportunità regionali e nazionali a favore delle imprese che intendano partecipare a Expo, Regione Emilia-Romagna, Commissariato Generale dell’Italia a Expo Dubai, ICE Dubai e Confindustria hanno organizzato un incontro web che si svolgerà domani, 17 febbraio 2021 dalle ore 11.

“Expo Dubai sarà il primo grande evento di portata mondiale dopo lo stop dovuto alla pandemia- spiega l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Vincenzo Colla-. Un trampolino per il riavvio degli scambi e delle relazioni internazionali. Questo bando offre alle imprese l’opportunità di sfruttare le potenzialità di un Expo universale e di fare sistema con le altre iniziative regionali e nazionali per trarre il meglio non solo dall’evento stesso ma anche dalla rete di connessioni internazionali che gli Emirati possono offrire all’interno del mondo arabo e come ponte verso l’Oriente, oltre che polo di attrazione mondiale per tecnologie e innovazione”.

La Regione sarà presente nelle settimane tematiche dedicate agli obiettivi globali e a Salute e Benessere. Un altro bando regionale, già concluso, è stato rivolto agli atenei emiliano-romagnoli. Sono 7 i progetti presentati dalle università, che porteranno a Expo il meglio della ricerca e innovazione regionale in risposta alle grandi sfide globali.

Possono presentare domanda di contributo entro il 15 aprile tutte le singole imprese con sede in Emilia-Romagna, i consorzi per l’internazionalizzazione (costituiti da almeno otto imprese fra esse indipendenti, cioè non associate o collegate fra di loro e attive) e le reti di imprese (costituite da minimo 3 imprese, tutte aventi sede legale o operativa in Emilia-Romagna). Ogni impresa, rete o consorzio, può presentare una sola domanda di contributo.

La domanda deve essere redatta utilizzando i moduli allegati al bando e disponibili anche online.
Le domande devono prevedere la realizzazione di eventi e iniziative promozionali rivolte ai mercati esteri esclusivamente sul territorio degli Emirati Arabi Uniti, in concomitanza con l’Esposizione Universale di Dubai.
Gli eventi potranno essere realizzati sia all’interno dell’area Expo che all’esterno, ma sempre negli Emirati Arabi Uniti. La descrizione degli eventi deve chiarire gli elementi che saranno oggetto di valutazione, come la connessione con i temi e i settori dell’Expo, i target di operatori esteri a cui si rivolge l’azione promozionale, gli obiettivi che si intendono realizzare.

Gli eventi o le iniziative promozionali che possono essere finanziate sono workshop, seminari, incontri d’affari, degustazioni, sfilate, visite aziendali e ogni altra tipologia di attività mirata e occasionale volta a promuovere le imprese che partecipano al bando nei confronti di operatori specializzati esteri.

Bonaccini e Zaia in coppia all’attacco delle misure sullo sci. E pronti a comprare i vaccini

– di Mauro Giordano

Anche con il nuovo esecutivo sembra confermata l’allenza tra Bonaccini, Fedriga e Zaia, che dall’acquisto dei vaccini agli aiuti per le attività fermate dalla pandemia incalzano Roma e i suoi ministeri. Dall’Emilia-Romagna, Bonaccini torna a criticare le decisioni prese con poco preavviso e punta insieme a Zaia di comprare dosi vaccinali in autonomia: il governatore Veneto ha incontrato Arcuri e punta a fare il regista dell’operazione. Intanto Fedriga ha incontrato Salvini.

 

L’esordio del governo guidato da Mario Draghi è servito (se ce ne fosse bisogno) a confermare e consolidare l’alleanza nel Nord Est tra i presidenti di Regione dell’Emilia-Romagna e del Veneto, Stefano Bonaccini e Luca Zaia. Con un terzo pilastro che va consolidandosi in Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli – Venezia Giulia. La nuova squadra di governo e i relativi equilibri politici non hanno evitato che anche Bonaccini giudicasse in modo molto duro lo stop dell’ultim’ora nei confronti degli impianti sciistici. Ovviamente tutto il fronte è contrario a un nuovo lockdown suggerito da alcuni esperti del governo: il cuore del mondo produttivo rigetta l’ipotesi e insieme ai settori più colpiti dalla pandemia sembra rappresentare la prima opposizione al governo Draghi.

I tre, insieme alla Lombardia, stanno inoltre spingendo per un acquisto autonomo di vaccini da parte delle regioni e proprio in questi giorni, sia Veneto che Emilia-Romagna stanno presentando le rispettive campagne di promozione turistica. «Rappresento l’Emilia-Romagna, non il Pd» ieri ha detto Bonaccini. Non sarebbe difficile immaginare una frase simile pronunciata da Zaia, ma con il Veneto e la Lega protagonisti. E sulla nuova alleanza di governo, così la pensa Bonaccini ricordando di marcare delle distanze quantomeno dalla Lega un tempo sovranista: «Non dovevo stabilire io se valesse la pena andare al governo con Matteo Salvini. Soprattutto se potesse accettare o no di far parte del governo Draghi. Per chi metteva le magliette “No Euro” e presentava i libri “No euro” andare al governo insieme a chi ha salvato l’euro, cioè Mario Draghi, l’imbarazzo di spiegare la conversione è loro, non è certamente mia».

Un ballo di coppia quello tra Bonaccini e Zaia che va avanti ormai dall’inizio della pandemia: un tandem che ha di fatto preceduto l’entrata di governo della Lega nel governo insieme al Pd, il M5S e Leu. Sarebbe molto facile con i due governatori in poltrone di livello nazionale immaginare grandi alleanze ed esecutivi allargati per governare nel segno «dei fatti e non delle parole»: è però più facile farlo guidando e coordinando «il partito dei governatori» nei confronti dello Stato centrale che dovendosi confrontare elettoralmente. L’asse tiene sull’onda del buon governo e del dimostrare di essere la locomotiva italiana che meglio ha resistito all’epidemia rispetto alla Lombardia diventata pecora nera nazionale.

Bonaccini ieri è tornato a incalzare il governo sulle sue scelte richiamandolo alla pragmaticità: fare arrivare velocemente in Italia il più alto numero di vaccini possibili che poi a farli ci pensa l’organizzazione dei sistemi sanitari regionali che funzionano. «Non può succedere, e spero non succeda mai più, che solo dieci ore prima venga detto a chi ha speso soldi per sistemare le piste, assumere personale e fare prenotazioni in alberghi o di ski pass che non possono aprire. Questo è intollerabile» è tornato a ribadire il presidente dell’Emilia-Romagna. «Non metto in dubbio la validità del documento del Cts, io non sono uno scienziato o un medico e se hanno chiuso il merito sicuramente sarà da accettare, perché parla di rischi di contagio – sottolinea Bonaccini –. Ma non può succedere che questo avvenga poche ore prima della riapertura. Lo abbiamo appreso domenica dalle agenzie di stampa che il Governo chiudeva». E ancora: «Ieri mi sono fatto carico di dire ai ministri competenti che sia la prima e ultima volta che succede una cosa del genere e al ministro Garavaglia di mettere mano a un aumento dei ristori. Ci faremo carico di pretenderlo dal governo, e sono fiducioso che avverrà».

Ieri Fedriga ha invece incontrato Salvini. Al centro del colloquio: indennizzi per le attività danneggiate dalle chiusure, piano vaccini e controlli sul confine con la Slovenia. Fedriga tornato anche lui a incalzare il governo per lo stop tardivo allo sci, ha spiegato che in merito al governo «la Lega non ha fatto un ragionamento di interesse di partito, ma su quello che serve al Paese, sapendo il rischio e sapendo che era più facile fare altre scelte. Abbiamo deciso di guardare a un interesse collettivo». Il presidente del Fvg ha inoltre quantificato in «500 milioni di euro per il Friuli – Venezia Giulia i danni diretti e indiretti causati dall’ordinanza che ha bloccato l’attività sciistica».

Zaia nel frattempo, spiegando che fino al 5 marzo la scuola rimarrà con la presenza al 50% ha confermato di aver incontrato il commissario straordinario all’emergenza CovidDomenico Arcuri, per affrontare i nodi sull’acquisto autonomo dei vaccini da parte delle Regioni. «Ho parlato con il commissario Arcuri il quale ha chiesto, per una verifica fino in fondo, se i vaccini corrispondono a quanto scritto nel contratto». Il Veneto sta procedendo sulla verifica delle condizioni per l’acquisto in autonomia, sul mercato, di dosi di vaccino. «27 milioni di dosi, divisi in due blocchi di 12 e 15 milioni, da due distinti intermediari – ha precisato Zaia –. Una Regione, un Paese non si può girare dall’altra parte. Non abbiamo fatto questa operazione per far politica. Ci sono 5 milioni di veneti che, potenzialmente, potrebbero chiedere di essere vaccinati. Quindi li vogliano per tutti. È chiaro che se questa dote di vaccino entra in Italia il Veneto deve avere la sua parte. Ho l’ impressione che da qui ad un mese il mercato sarà molto più rimpinguato di vaccini di quanto non lo sia oggi». L’unica via d’uscita – ha concluso Zaia – è la vaccinazione e io spero di realizzare il Veneto “covid free”. Quanto al costo, confermo che le cifre proposte sono in linea se non, in alcuni casi, più basse di quelle di mercato». Si chiama «Veneto in Action» il programma pluriennale di valorizzazione della regione, che coinvolgerà tutta la filiera turistico-ricettivo-infrastrutturale, pubblico e privato, per confrontarsi e organizzare una strategia di crescita che inizi oggi e abbia delle ricadute positive anche in vista e oltre le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.